CTR:Crash Team Racing, Recensione

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Fungo Nero~
view post Posted on 3/5/2011, 21:31     +1   -1




1991, Nintendo mostra, con Super Mario Kart, la sua baffuta mascotte ben adagiata sul sedile di un goffo go-kart: è subito successo. Mario ritornerà sui kart molti anni più tardi, con una veste grafica al passo coi tempi e accompagnato dai sessantaquattro, ostentatissimi bit dell’allora insuperabile (relativamente all’hardware) Nintendone. 1997, è questa volta il turno di Rare e del minuto primate Diddy Kong, che aggiungono, nella grigia cartuccia dal titolo Diddy Kong Racing, elementi platform alla collaudata ricetta ideata da Nintendo. Quale delle due poco seriose incarnazioni delle competizioni sui kart era migliore? Il pubblico si divise, la critica anche. Ma le riunioni di amici attorno al tagliente joypad dell’enne64 non sembrarono lasciar spazio ad incertezze: ben realizzato, immediato, forse un po’ scontato; ecco Mario Kart 64, emblema della giocabilità, supremo elogio della spensieratezza
Gli anni, però, passano anche per l’idraulico in salopette e non rientra certo nelle consuetidini della softco dell’immenso Shigeru Miyamoto la realizzazione in tempi recenti (leggasi: sulla stessa console del titolo originale) di seguiti delle loro produzioni. Ed approfittando dell’ormai prolungata assenza della mascotte Nintendo dalle piste di go-kart, i Naughty Dog hanno ben pensato di porre la loro mascotte, Crash Bandicoot, altresì noto come il simbolo mancato della Psx, su quegli spartani e rumorosi veicoli a quattro ruote; sulla falsa riga di Mario Kart, di Diddy Kong Racing e, addirittura, di Speed Freaks
E’ quindi del tutto naturale che un pizzico di diffidenza verso il prodotto Sony alloggi nel mio animo di recensore. La diffidenza sparirà tuttavia dopo pochi istanti, in onore di stupore e divertimento: tanto divertimento

UN PLATFORM A 4 RUOTE

Il gioco inizia e la natura a piattaforme del peramele Crash Bandicoot appare subito evidente. La mappa del mondo in cui si terranno le competizioni “kartistiche” è spia di questa tendenza, permeata com’è della più completa libertà decisionale. Anzi, mappa non è nemmeno il termine adatto: niente banalissime carte geografiche dei luoghi toccati dal campionato o, peggio ancora, menu a tendina che riportano i nomi dei tracciati, in CTR, per recarvi all’entrata dei vari circuiti, dovrete salire a bordo del vostro kart e condurlo, attraverso le strade del fantastico universo partorito dalle menti dei Naughty Dog, alla sede della gara. Un particolare piacevole e utile (il mondo che circonda i tracciati è indubbiamente un’ottima palestra di allenamento dove acquisire una maggior dimestichezza con le peculiarità del mezzo affidatovi), ma certo non innovativo, poichè, tanto per esemplificare, Banjo-Kazooie per N64 era del tutto privo di mappe e concedeva al giocatore la libertà di girovagare per il mondo in cerca dell’accesso ai livelli veri e propri. Ma le analogie con il genere dei platform non terminano qui. La struttura stessa del titolo Sony ne ripropone i tratti fondamentali, ovvero quel tipico livello-mostro-mondo che ha caratterizzato (e caratterizzerà) decine e decine di platform bi e tridimensionali. Palese copiatura ascrivibile all’ambito dei difetti? No, semplicemente scelta atta a conferire un tocco di mordente in più ad una modalità che altrimenti, probabilmente, avrebbe avuto poco, quasi nulla da dire

MA QUANTO SONO GUSTOSE LE MELE ROSSE..

A garantire la varietà, elemento assolutamente indispensabile in una produzione videoludica, ci pensano le modalità di gioco, presenti in numero sicuramente adeguato. Quella denominata avventura costituisce il cuore del titolo Naughty Dog, o almeno della sua accezione monogiocatore. Come già parzialmente descritto nelle righe precedenti, tale modalità vedrà piloti e kart impegnarsi in ardite ed estenuanti competizioni, che potrebbero essere comparate ai livelli dei platform. Ottenuto il successo in un certo numero di gare, quelle che compongono la coppa cui state partecipando, si apriranno dinanzi a voi le porte che vi condrranno dritti dritti tra le fameliche fauci del cosiddetto mostro di fine mondo. Che, naturalmente, dovrete sconfiggere non con la forza fisica, ma con l’abilità di pilota; e il prezioso ausilio degli immancabili ordigni di cui i tracciati abbondano. Questi spaziano dai consueti missili a ricerca, alle meno convenzionali misture chimiche dagli effetti devastanti (esilaranti). L’arsenale, tuttavia, non può assolutamente essere definito ampio e un numero più cospicuo di armi e gadget avrebbe indubbiamente giovato al gameplay di CTR. Ma così non è, e altro non ci resta che accontentarci. In compenso le pur poche presenti svolgono egregiamente il loro compito e si dimostrano tutte efficaci, che si giochi da soli o, meglio, in compagnia. In compagnia e, dunque, nella modalità di gioco che meglio esprime l’essenza di Crash Team Racing: quella multiplayer. Frenetico, sadico, lievemente strategico: CTR multigiocatore è questo e molto, molto altro. Lo studiato concept dei circuiti, inoltre, segna una svolta rispetto al buon Mario Kart, i cui tracciati erano, tutto sommato, caratterizzati da una certa linearità (non certo un difetto, comunque). Pro o contro? Difficile dirlo, l’unica certezza è che difficilmente un giocatore alle prime armi potrà competere con un avversario più esperto. L’allenamento non è però lavoro arduo, anzi, poichè basta qualche corsa per acquisire il pieno controllo del mezzo e un’adeguata conoscenza dei percorsi; che sono tanti, vari e tutti splendidamente realizzati. Dalle nevi polari sino ai mattoni di un antico castello, passando per le calde spiagge tropicali: i circuiti sono indubbiamente i più originali e soprendenti del genere cui CTR appartiene. Esiste poi un’altra modalità, prettamente multigiocatore e particolarmente attuale nell’era del frag. E’ denominata Arena, come il celeberrimo Quake III e, in un certo senso, potrebbe essere comparata al titolo Id. Armati delle vostre virtù di pilota e, soprattutto, di cecchino, sarete catapultati in sette singolari tracciati che poco hanno da condividere con quelli che, generalmente, ospitano i tradizionali campionati. In questi circuiti, vere e proprie arene, i combattenti si sfideranno a suon di mine e missili intelligenti, sino alla distruzione totale: assolutamente divertentissimo

E’ BBELLO E’ BBELLO

Se dovessi riassumere con un solo aggettivo la realizzazione tecnica di Crash Team Racing, opterei senz’altro per “splendida”. Splendidi sono sfondi ed elementi di contorno dei tracciati, splendida è la caratterizzazione esteriore dei personaggi, splendide sono le esplosioni e splendido, ineccebile è, infine, il comportamento del motore grafico, che assicura uno scrolling costante e annulla dal principio il fastidioso pop-up. Degne di nota sono inoltre le animazioni dei personaggi, fluide e naturali, così come l’accompagnamento sonoro, piacevole, rilassante e mai ripetitivo. Nessuna sopresa, comunque: con i primi tre episodi della saga, Naughty Dog ci aveva ben abituati e questa ultima incarnazione del peramele dagli enormi occhioni non inverte la piacevole tendenza inaugurata dai predecessori

SPOILER (click to view)
Ringraziamenti:Game Surf
 
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«Alex™»
view post Posted on 8/5/2011, 11:02     +1   -1




LOL
 
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1 replies since 3/5/2011, 21:31   123 views
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